Dalla prima edizione del Festival di Filosofia (2001) l’appuntamento con la poesia si svolge nello spazio del Laboratorio di Via Fosse 14. Ospiti di notevole valore si sono alternati, ogni anno, incontrando il pubblico su un tema di taglio personale, tuttavia collegato, in linea specifica, a quello più generale dell’intera manifestazione. La scelta del poeta non è casuale, ma risponde alla logica di impegnare la parola poetica intorno a problematiche che la filosofia affronta, nelle stesse ore, con i propri mezzi. L’occasione serve al poeta per esprimere una propria consapevolezza in forma autonoma, destinata a interagire, sul piano intellettuale, con le altre forme linguistiche.

Seguendo una formula ormai collaudata l’appuntamento poetico del festival ha luogo il sabato, dalle 15 alle 18. Al poeta invitato viene tributato un omaggio, che poi consiste in una incursione nei territori della sua produzione e in un suo coinvolgimento sul terreno del tema generale del Festival.

A Carlo Alberto Sitta spetta la conduzione dell’incontro, che si risolve regolarmente in un confronto di idee e di poetiche con il diretto coinvolgimento del pubblico.

 

La poesia al Festival Filosofia
(2001 – 2013)

  • 2001: Felicità, con Carlo Alberto Sitta, Paolo Valesio, Alberto Bertoni e altri.
  • 2002: Bellezza, con Luciano Erba / installazione di Fabrizio Sabini.
  • 2003: Vita, con Cesare Viviani / Installazione di Maurizio Osti
  • 2004:. Mondo, con Maurizio Cucchi / installazione di W. Xerra.
  • 2005: Sensi, con Giovanni Fontana.
  • 2006: Umanità, con Silvio Ramat
  • 2007: Sapere, con Tomaso Kemeny
  • 2008: Fantasia, con Alberto Cappi
  • 2009: Comunità, con Giuseppe Conte
  • 2010: Fortuna, con Valerio Magrelli
  • 2011: Natura, con Giancarlo Pontiggia / accompagnamento musicale di Giorgia Hannoush.
  • 2012: Le cose, con Umberto Piersanti / accompagnamento musicale di Giorgia Hannoush.
  • 2013: Amore, con Giulia Niccolai.

 

2001: Felicità
Reading Poesia e felicità, a cura di Carlo Alberto Sitta

Al reading Poesia e felicità, organizzato dal Laboratorio di Poesia entro il Festival di Filosofia (22 settembre ’01), hanno partecipato Alberto Bellocchio, Alberto Bertoni, Vitaniello Bonito, Alberto Cappi, Salvatore Jemma, Manuela Pasquini, Jean Robaey, Massimo Scrignoli, Carlo Alberto Sitta, Elio Tavilla, Paolo Valesio, Maria Luisa Vezzali. Lettura di un racconto di Hermann Hesse, a cura di Simone Maretti. Canzoni di Vito Addamo, su testi di Carlo Alberto Sitta, nella interpretazione di Francesca Bernardi. Coordinamento e presentazione di Carlo Alberto Sitta.
Nel ventre di una città fragile, entusiasta e incerta, ignorante del passato e sicura solo di ciò che si può ottenere in pegno di nulla, la strada ha accolto i poeti che hanno letto testi sulla felicità. Parole anche eccentriche rispetto al tema, ma inquietanti abbastanza da rendere insolito l’evento. La felicità andava allestita più che detta. Senza mezzi, fuori onda, la sua ragion d’essere si è fatta chiara a poco a poco, come i contorni di un mare fantasticato dal cuore di un’isola. (da: C. A. Sitta: “Felicità di strada”, in Steve 23, 2001, p. 35).

 

2002: Bellezza
Luciano Erba
in “Il nastro di Moebius” – installazione di Fabrizio Sabini.
Performances di poesia, musica e arte in onore di Luciano Erba a cura del Laboratorio di Poesia, in collaborazione con l’Istituto Musicale Pareggiato “O. Vecchi”.
Con la partecipazione di Carlo Alberto Sitta e Alberto Bertoni. (sabato 21 settembre 2002)

“Il nastro di Moebius” è probabilmente il titolo del libro più noto di Luciano Erba. Pubblicato da Mondadori nel 1980, valse al suo Autore il Premio Viareggio. È stato scelto come titolo dell’incontro in segno di omaggio del Festival di Filosofia al poeta oggi ottantenne, ma anche per fornire un’indicazione di poetica, rispetto alla quale si cimentano criticamente altri poeti, Sitta e Bertoni, i giovani compositori dell’“Orazio Vecchi”, e l’artista Fabrizio Sabini.
La conversazione del/col poeta prevede una scansione intervallata dall’intervento musicale dei giovani compositori dell’“Orazio Vecchi”, dal titolo “Comporre le parole” – nove brani da e su testi poetici di Luciano Erba. I brani in “prima esecuzione assoluta” sono dei giovani compositori Marco Bedetti, Mirko Bondi, Andrea Brignoli, Alberto Dolfi, Stefano Galeone, Francesco Muscaritolo e Lorenzo Ricci, della Scuola di Composizione dell’”Orazio Vecchi”, docente Antonio Giacometti..
L’installazione di Fabrizio Sabini, visibile durante i tre giorni del Festival, si ispira a una poesia di Erba, “Le foglie”: (Che sareste mie foglie senza il vento/ del tutto mute o molto di più?”). Le strutture metalliche smaltate dello scultore disegneranno lo spazio che va dalla Via Fosse all’interno del Laboratorio di Poesia, riprendendo il tema delle “foglie” in chiave plastico-cinetico-visiva.

 

 

2003: Vita
Cesare Viviani :
“L’ordine della creazione”- Installazione di Maurizio Osti.
Coordina Carlo Alberto Sitta (20 settembre 2003)

C’è una distanza incolmabile tra la conoscenza e la vita – pur tra le forme più penetranti della prima e le più semplici della seconda. Ecco che la dimensione creativa e il lavoro artistico permettono la percezione di “bagliori di vita”, e dunque l’esperienza di ciò che altrimenti non sarebbe sperimentabile né conoscibile”. (C. Viviani: da “La voce inimitabile”, Il Melangolo, poi in STEVE 27, 2004, p. 17).

 

2004: Mondo
Maurizio Cucchi
: “Docili presenze accidentali” – installazione di William Xerra.
Coordina: Carlo Alberto Sitta – (18 settembre 2004)

Ricordo che pochi anni fa … sempre in cerca di residui di memoria e ombre, sempre in cerca di Glenn, ero stato sorpreso da una strana scoperta, surreale più che inquietante. Da una parte le fabbriche smontate e le solite indicazioni gialle di “Pericolo!”. Dall’altra – al posto della stazione, che mi portava da bambino verso le narcisate – un vuoto. 0 meglio ancora, un mucchio di frantumi, un cumulo di polvere: proprio come se la vecchia stazione si fosse in un istante sbriciolata; per sfinimento, per morte naturale, Proseguendo, avevo visto il terrapieno sbilenco, senza binari e, come una traccia onirica da Far West, la crosta di una esigua facciata su cui restava l’ammonimento di una scritta stupefacente e incongrua, STAZIONE BOVISA. Oggi che la stazione è rifatta, metallica e gentile, il suo contrasto con la misera boscaglia, che si erge impropria e sordida nelle residue strutture, mute e maestose, delle fabbriche di fronte, fa ancora più effetto. Archeologia industriale, siamo d’accordo, ma forse anche uno strato di archeologia dell’anima. (Maurizio. Cucchi, in Steve 18, p. 83)

Festival Xerra

 

2005: Sensi
Giovanni Fontana
: “Frammenti di corpi in ombra” – percorso di poesia sinestesica.
In collaborazione con il Gruppo di Teatro del Laboratorio di Poesia.
Coordina: Carlo Alberto Sitta (Sabato 17 settembre ’05)

Nella sede del Laboratorio di Poesia, in uno spazio sottratto per l’occasione all’arredo urbano, aperto al respiro dei corpi ed alle sinergie aleatorie delle fisicità reali, la performance di Giovanni Fontana sperimenta un ‘ultratesto’ che agisce direttamente sulla percezione degli astanti. I ‘frammenti di corpi in ombra’ sono l’esecuzione trasversale e interattiva di una ‘voce in movimento’ che esplora le energie e i dinamismi dei contatti e dei possibili rimandi tra senso e insensatezza. Una partitura corale di voci viene sperimentata per la prima volta entro il processo di contaminazione delle arti unificate sotto il segno del gesto.

 

2006: Umanità
Silvio Ramat: “In bianco e nero”
Introduzione di Carlo Alberto Sitta (sabato 16 settembre 2006)

La poesia di Silvio Ramat incontra per “minimi strapiombi” una umanità che ha già conosciuto tutte le temperie: dalla storia alla fine delle illusioni, dalle tensioni acutamente attuali alle sollecitazioni più propriamente metafisiche. Nell’impossibilità di “scindere fuoco da fumo” tutto affiora allora, senza ulteriori spargimenti, nel “bianco e nero di un dormiveglia stanato”. La fluente scrittura di Ramat tende e sollecita a congiungere su se stessa la pluralità degli eventi che toccano il fulcro dell’esistenza, nella tensione religiosa che si fa carico di un destino collettivo e in una profonda vocazione al dialogo.

 

2007: Sapere
Tomaso Kemeny
: “Ciò che si può nominare solo in poesia”
Introduzione di Carlo Alberto Sitta

Tomaso Kemeny, poeta colto, studioso e traduttore di tanta poesia inglese, si colloca in quell’area del “Mitomodernismo” che rinnova la tradizione orfica di tanta poesia novecentesca. Nei confronti del sapere e dell’imperante positivismo della scienza, Kemeny esercita una forte critica, che lo porta a ritenere che esista una specifica virtù del “non sapere”. La poesia si colloca infatti agli antipodi sul piano della conoscenza rispetto alla tecnica che domina nel nostro tempo. Non è un problema logico, se è vero che a Kemeny interessa “ciò che può essere nominato solo in poesia”.

 

2008: Fantasia
Alberto Cappi: “
Materiali per un bestiario quotidiano” – “Fantasia in jazz – omaggio ad Alberto Cappi”, con Giorgia Hannoush – Simone Arletti duo
Coordina: Carlo Alberto Sitta

La poesia di Alberto Cappi rappresenta l’esperienza di una scrittura che scava nelle varianti imprevedibili dell’immaginario. La scrittura, a sua volta, è un gesto in cui il silenzio, e le infinite possibilità della lingua, esplorano il lato oscuro e umbratile della vita. In tutta la sua produzione in versi, e in gran parte anche in quella saggistica, si assiste e si partecipa a un singolare affioramento delle parole e insieme all’inabissamento nelle avventure profonde del significato.
Pochi poeti contemporanei hanno viaggiato nella criticità e nelle variabilità della scrittura quanto Alberto Cappi. Le icone e i fantasmi poematici del suo opus continuum risultano evocati e riproposti in una libertà estrema e in una concentrazione rarefatta, in cui le grammatiche della FANTASIA si scollano dalle eredità novecentesche per dilatarsi in una condizione aperta di confronto, metafisico e fisico, con la quotidianità presente. Qui avviene la trasfigurazione decisiva: la visitazione della contemporaneità non subisce l’appiattimento minimalista, ma lo scavalca fino a restituire alla poesia il suo spazio autonomo di visionarietà e di costruzione del mondo.

 

2009: Comunità
Giuseppe Conte: “Nelle vene della comunità”
Introduzione di Carlo Alberto Sitta (Sabato 19 settembre 2009)

Giuseppe Conte è l’ispiratore del movimento detto “Mitomodernismo”, inaugurato a Milano nel gennaio del 1995, che vuole riportare sulla scena dell’arte il mito, incarnandolo nella contemporaneità.
Nella sua produzione poetica Conte affronta spesso i temi della condizione civile, in cui termini come comunità, democrazia e libertà sono vissuti in chiave di slancio vitale e progressista.

 

2010: Fortuna
Valerio Magrelli:
“Acciuffare l’occasione” – “Occasioni in jazz – omaggio a Valerio Magrelli”, con Giorgio Mattei al sax
Coordina: Carlo Alberto Sitta (sabato 18 settembre 2010)

La poesia di Valerio Magrelli è intessuta di suggestioni operanti come sfida alla divinità Occasia, regolatrice delle soluzioni aleatorie e delle coincidenze improbabili. Nella sua ampia produzione in versi e in prosa, nella continuità della presenza critica della sua scrittura, Magrelli si situa sul crinale dell’intelligenza scettica che porta la sua sfida ai dogmi e alle certezze meno fondate del nostro tempo. Sollecitato da Carlo Alberto Sitta e dal pubblico, Magrelli alterna la lettura testuale all’indagine sui modelli di comprensione e di praticabilità dell’esperienza conoscitiva e pratica del vivere, in un ironico e acrobatico esercizio di “acciuffare” il ricciolo di Occasia, nel tentativo di esorcizzarne i risvolti negativi.

 

2011: Natura
Giancarlo Pontiggia:
“Selve e giardini” – come nasce la poesia. – “Flowers Danceomaggio in jazz a Giancarlo Pontiggia”, con Giorgia Hannoush alla chitarra.
Coordina: Carlo Alberto Sitta (sabato 17 settembre 2011)

La poesia di Giancarlo Pontiggia si abbevera prevalentemente ai classici, in contrapposizione a quel “romanticismo” che ha generato la deriva decadente e la caduta del dettato delle voci. Se la natura, per tanti che praticano la poesia nella modernità, ha cessato di essere il luogo privilegiato dove l’anima incontra il paesaggio, per Pontiggia essa conserva ancora una sua decisiva presenza, resistendo alle devastazioni e alle lassitudini linguistiche.
Nell’incontro di sabato 17 settembre, sollecitato da Carlo Alberto Sitta e dal pubblico, Giancarlo Pontiggia alternerà l’accesso riflessivo al filo segreto delle sue fonti con la lettura dalle sue opere.
Lo stacco è opera di Giorgia Hannoush, chitarra jazz affermata come compositrice e strumentista.

 

2012: Le cose
Umberto Piersanti: “Dal tempo perduto” – Con omaggio in jazz di Giorgia Hannoush
Conduce: Carlo Alberto Sitta (sabato 15 settembre 2012)

La poesia di Umberto Piersanti intende stabilire con le “cose” e le “vicende” un rapporto preciso e concreto. Non potrebbe mai nominare, ad esempio una pianta senza conoscerla e percepirla: il suo suono e la sua grafia magari perfetti nell’economia del verso non sarebbero sufficienti in mancanza di una percezione concreta ed emotiva. L’infanzia nelle colline attorno a Urbino, le Cesane, rivive attraverso i volti, la vecchia casa, gli oggetti e i racconti di un’età ormai persa che la memoria tenta di recuperare. Sollecitato da Carlo Alberto Sitta, Umberto Piersanti alterna l’accesso al filo segreto delle sue fonti con la lettura dalle sue opere. Lo stacco musicale è opera di Giorgia Hannoush, valente chitarra jazz affermata come compositrice e strumentista.

 

2013 – Amore
Giulia Niccolai
: “Amore illimitato”.
Conduce Carlo Alberto Sitta (sabato 14 settembre 2013)

Tra le quattro “meditazioni illimitate” del Buddhismo, vi è l’amore illimitato che dice: «Possano tutti gli esseri ottenere la straordinaria felicità degli esseri superiori (Arya)». Si tratta ovviamente di un pensiero e un sentimento che non esclude nessuno, l’opposto di un amore possessivo verso una sola o poche altre persone, le più prossime e care. Le altre tre meditazioni illimitate sono: equanimità, compassione, gioia, profondamente connesse tra loro.
Giulia Niccolai, protagonista della poesia italiana di ricerca sperimentale, è monaca tibetana dal 1990. Sollecitata da Carlo Alberto Sitta, parla della sua esperienza religiosa e poetica, attingendo dalla sua copiosa produzione in versi e in prosa.

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