(1979 – 2013)

L’idea di un teatro di poesia non è più nuova dai tempi di Eschilo. Anche unire diverse Muse sullo stesso palcoscenico non è propriamente un’invenzione recente. Poi nella modernità accade che i generi si separino come collocazione e come linguaggio. Veramente il teatro non è soltanto la “prosa”. Lorca, D’Annunzio, Majakovskij, Tardieu ecc. vengono da lontano coi loro testi.

Una follia passeggera mette in scena la fusione delle arti nel Secondo Novecento, ma il potere economico privilegia la specializzazione, dove ognuno è maestro in campo proprio, tracciando una demarcazione, professionale e aziendale, fra chi è ammesso e chi sta fuori. Il risultato è un prodotto conciliante e ripetitivo, che ha ridotto al minimo ogni rischio.

Quando nasce il Laboratorio una poesia per il teatro, in Italia, non si scrive più. La lezione sperimentale dell’Avanguardia si è evoluta nella codificazione della performance, sulla scia del lavoro inaugurato dai Futuristi e proseguito nelle varie scuole di audiopoesia.

Due strade, allora. Riprendere dalle origini la lezione futurista; e poi provare a recitare quella poesia che – per tonalità, vibrazione semantica, dialogicità – poteva essere messa in scena. Qualunque fosse la scena, naturalmente. Nei testi dei poeti contemporanei c’era molto da scoprire. Qualcosa che gli stessi Autori negavano o ignoravano di avere messo.

 

BAR ITALIA

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MILLEPIEDI UMANO

Il titolo è ripreso da una poesia manoscritta di Fortunato Depero: una partitura che avrebbe richiesto migliaia di interpreti, un teatro grande come una moderna città, un tempo reale. Viene letta alcune volte in spazi che sono Sale di Biblioteca e Gallerie d’Arte. Restano alcune registrazioni, a partire dal 1978. Poi altre voci, Carlo Alberto Sitta e Roberta Bonacini, la presenza da coreuta di Mary Elizabeth Conroy, la tastiera di Vito Addamo, una chitarra, una percussione. L’idea è quella di trascinare sul palcoscenico qualcuno del pubblico, di creare quella moltiplicazione di corpi e voci richiesta dal copione. Funzionerà prima in spazi ristretti, poi terrà la scena nell’Auditorium “Allende” a La Spezia. Ultima esecuzione nel 1983, nel Teatro San Geminiano, a Modena.

 

JEAN TARDIEU, L’ASSURDO
(1984 e 2004)

È più semplice citare i pochi che non sono passati dal Laboratorio che i tanti che l’hanno attraversato. Un’eccezione va fatta per Jean Tardieu, in onore del quale vengono attrezzate le assi del Teatro San Geminiano (ottobre 1984). Ma Jean Tardieu è un grande del Teatro dell’Assurdo. In suo onore viene varata una settimana di Manifestazioni artistiche, con lui presente e paziente: un allestimento a cura di Bruno Elisei, alcune interpretazioni dai suoi classici drammi: infine Carlo Alberto Sitta convince il maestro a sedersi in scena per una chiacchierata che si conclude con la lettura di un brano inedito, tradotto per l’occasione (“Le Torri di Trebisonda”, 12 ottobre 1984).
Passano vent’anni, e il Gruppo di Teatro del Laboratorio mette in scena, al Teatro modenese delle Passioni, il 12 settembre 2004, un rifacimento: “Sinfonietta rock” (da “Conversation Sinfonietta” di Jean Tardieu).

Interpreti Silva Secchi, Tommaso Lo Russo, (Le voci del rock); Pierangela Baldo, Daniele Carnevali (Le voci del pubblico); Giulia Manzini (La voce del melodramma); Carlo Alberto Sitta (il Direttore di scena); Jessica Bertoni, Adelaide Cuzzi (I passanti); Scene e costumi (Rossella Bonfatti) Luci (Ermanno Golinelli); Assistente alla Regia: Silva Secchi; Regia (Carlo Alberto Sitta).

 

BEAT HOTEL

BEAT HOTEL è stato rappresentato, in forma di “performance”, da Carlo Alberto Sitta a partire dal 1980 e, in forma di concerto parole-musica, dal LABORATORIO DI POESIA DI MODENA nel corso del 1997. La trascrizione scenica consiste nell’applicazione del metodo letterario dei CUT-UP e FOLD-IN al teatro, attraverso il montaggio dei racconti mitici che la Beat Generation ci ha lasciato. BEAT HOTEL risulta così da un montaggio, firmato da Sitta, di testi incrociati di Bill Burroughs e Brion Gysin, tratti dall’opera “The third Mind”. In pratica è la storia di come nascono, dall’inventiva di due geniali trasgressori, le tecniche poi rese note come “cut-up” e “fold-in”. I due abitavano a Tangeri alla fine degli Anni Cinquanta. Mettere in scena la loro avventura, facendo “taglia e incolla” dei testi e relative voci, rappresenta un’operazione forse oscura per il pubblico, ma esilarante per chi la recita.

Lo spettacolo, con la regia di Silva Secchi e Carlo Alberto Sitta e l’allestimento scenico di Francisco Cuzzi, è andato in scena al Teatro Storchi di Modena il 7 maggio 1998. Interpreti un gruppo di studenti del Liceo “A. Tassoni” di Modena, con Anna Bartolacelli, Luca Berselli, Mauro Boccedi, Monica Curcuruto, Sabina De Giorgi, Beatrice De Lucchi, Anna Lucia Forghieri, Chiara Manzieri, Lisa Nardini, Patrick Nava, Charlotte Ossicini, Paolo Pederzini, Silvia Pellati, Paolo Santangelo, Sara Vaccari, Francesca Valli, Laura Zanetti. Assistenza tecnica di Marco Scozzaro. Le foto dell’evento sono di Andrea Palmieri. (Vedi anche in Steve n. 16, 1998, da pagina 111)

 

SIPARIO IN VERSI

Un recital tutto in versi, dove vanno in scena le voci che si incontrano nel teatro segreto della poesia contemporanea. Si stabilisce uno speciale contatto tra i versi di T. S. Eliot, N. Majellaro, M. Moroni, C. Viviani, E. Montale, P. Bigongiari, Carlo Alberto Sitta, Silvio Ramat, P. Valesio e altri, contaminati con una precisa idea di scena: dove alla poesia è concessa una pronuncia amplificata in accostamenti fulminei, inediti, inaspettatamente narrativi . A cura di Carlo Alberto Sitta, monologante.

“Sipario in versi” è stato finora rappresentato, dal 2000, in diversi spazi: Teatro Storchi di Modena, Teatro Marrucino di Chieti, Stony Brook University di New York, Yale University di New Haven, Galleria Fumagalli di Bergamo, Teatro delle Passioni di Modena, ‘Sala dei Contrari” di Vignola, Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, Palazzo Te a Mantova, Palazzo Ducale di Genova.

ap Sipario in versi

C.A.Sitta in “Sipario in Versi” – French House, Wisconsin University, Madison – 2010

 

LA DIVINA FORESTA
(Scene per una lettura simbolica della Cattedrale di Modena)

Montaggio dei testi di Carlo Alberto Sitta. Interpreti: Pierangela Baldo, Anna Bartolacelli, Cinzio Gilioli, Paolo Pederzini, Silva Secchi, Carlo Alberto Sitta. Con la partecipazione di Franca Lovino. Voce narrante: Simone Maretti. Interventi musicali di Alfio Consoli (chitarra) e Alessandro Gianotti (sax). Modena, Porta Regia del Duomo, lunedì 11 settembre 2000.

 

 

 

Canone Nuziale

Che giorno è questo. Daniele Carnevali e Pierangela Baldo (Barbara), si sono sposati secondo il rito prescritto, il 5 settembre 2004, nella Sede del Laboratorio di Poesia, alla presenza di amici parenti poeti. Una straordinaria aura solfeggia con la sposa nel canone concelebrato. In sottotesto le voci degli amici alzano il cerchio dei coreuti. Presso il Laboratorio di Poesia, il 10 settembre 2004. Vedi in Steve n. 28.

 

 

India Minima

Un libro che è la “cronaca di un viaggio annunciato”, esce da NEM nel 2009, a firma Carlo Alberto Sitta. Non è un testo teatrale. Ma con le voci narranti che leggono, capitolo dopo capitolo, il passaggio in dodici città dell’India invade la scena (sabato 13 marzo 2010, presso il CLUB DI FANTOMAS di Giorgio Celli, a Bologna). Con C. A. Sitta, Silva Secchi, Pierangela Baldo, Miria Baccolini, Silvia Malavasi, Giorgio Mattei al sax. Introduzione di Fabio DE Santis e Marco Fregni.

ar India Fantomas